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Frutta esotica per un Natale dal sapore dolce e tropicale

Natale è spesso sinonimo di “buona tavola”. Per le feste, infatti, le nonne tirano fuori dal ricettario i piatti più prelibati per quei nipoti fuori sede che si emozionano all’idea di non dover magiare pasta col tonno per qualche giorno. Le cuoche più dedite iniziano giorni e giorni prima a cucinare quelli che sono i piatti tipici della tradizione natalizia locale. E dopo tante delizie culinarie, la frutta a fine pasto non può essere da meno. Oltre agli immancabili mandarini, hai mai pensato di mettere sulla tavola una bella scelta di frutta esotica di prima qualità in occasione del Natale? Scopriamo insieme quali sono le più succulenti e originali!

Frutta esotica a Natale: cosa portare in tavola

Pensavi di aver stupito gli ospiti con tutte le deliziose portate del pranzo, li hai lasciati a bocca aperta con l’albero di Natale di cioccolato. Puoi fare di più? Certo! Puoi portare sulla tavola dei frutti coloratissimi e deliziosi che qualcuno non avrà sicuramente mai provato. Vediamoli insieme!

Platano

Il platano è un frutto molto simile alla Banana. Originario della Malaysia, parte dell’Africa e India è ricco di vitamine del gruppo B, potassio e ha tante qualità benefiche sulla flora intestinale. Una volta maturo si può mangiare crudo e viene utilizzato per produrre dei dolci. Quando è ancora acerbo invece viene cotto (arrosto, fritto, bollito o grigliato).  Il platano è parte del nostro Cesto Natalizio di frutta esotica, vieni a sbirciare!

Litchi

Il litchi è un frutto asiatico che si presenta con un guscio rosso e ruvido, che una volta rimosso rivela il suo interno bianco dal sapore dolce e aromatico e dalla consistenza croccante. Ricco di vitamina C, si può consumare sia fresco che in scatola. Inoltre è poco calorico e la presenza di polifenoli antiossidanti lo rendono un rimedio naturale per combattere il mal di testa.

Pitaya

La pitaya viene dalle zone del Sud America e del Vietnam. Il suo aspetto le conferisce il nome di Dragon Fruit, poiché si presenta con una buccia a foglie di colore rosso e terminazioni verdi. Al suo interno la polpa edibile è spumosa, bianca e tempestata di semini neri. La pitaya si può servire fresca, cotta al vapore o in padella. Ha proprietà antiossidanti che prevengono il rischio di malattie tumorali ed è ipocalorica (60 kcal ogni 100 grammi). Anche la pitaya è contenuta nel Cesto natalizio di frutta esotica.

Datteri

Originario del Golfo Persico e del Nord Africa, il dattero è uno dei frutti più dolci e prelibati di sempre. Viene utilizzato per la creazione di dolci e accompagna i formaggi più saporiti, come il caprino o il gorgonzola. Alcune tradizioni vedrebbero i datteri come portatori di buon auspicio per l’anno nuovo al pari delle lenticchie, ma in ogni caso è salutare mangiarne poiché facilitano la digestione e, nonostante siano molto zuccherini, combattono il colesterolo grazie al poco contenuto di grassi. Vieni a scoprire i nostri Datteri Giganti!

Mango

Il Mango è originario dell’India e dei paesi tropicali, ma ormai viene coltivato in tutto il mondo. Il sapore della polpa arancio-gialla è dolce e dissetante ed è ricco di proprietà benefiche: le sue fibre solubili contrastano il colesterolo cattivo, il potassio controlla la pressione sanguigna, il betacarotene è un toccasana per la pelle e la vista. Lo puoi trovare nel nostro Mix di frutta esotica!

Passion Fruit

Il Frutto della Passione è originario del Sudamerica e si presenta con la forma di un mandarino dalla buccia rossa o gialla. La polpa è acidula, dolce e profumata, la consistenza è morbida e ricca di piccoli semi. Viene utilizzato per la creazione di gelati, succhi e confetture. Ricco di sostanze benefiche come fibre, potassio e ferro, è portatore ci vitamina C e A e l’olio che se ne ricava viene utilizzato in cosmetica come un magnifico antiage. Assapora il nostro frutto della passione contenuto nel Mix di frutta esotica.

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Fichi: varietà, calorie, proprietà e ricetta

Un frutto molto amato tipico dell’estate e del mese di settembre è il fico, di cui esistono tantissime varietà, diverse per forme e colori. I fichi, particolarmente dolci al palato, sono ricchi di proprietà nutrizionali e possono essere consumati sia freschi, quando è stagione, che secchi nel resto dell’anno.

Fichi italiani: le varietà

Il fico è una pianta che si può trovare ovunque perché riesce a sopravvivere a tutte le temperature presenti in tutta la penisola italiana: resiste bene al caldo e alla scarsità di acqua, ma non ama il freddo prolungato. I frutti maturano da inizio giugno ai primi freddi, a seconda delle diverse cultivar. Le varietà di fico coltivate in Italia sono innumerevoli: vi sono fichi bianchi, con buccia che va dal verde al giallo, e fichi neri, con buccia da rosso a marrone a violaceo; alcune varietà sono adatte per il consumo fresco, altre per l’essiccazione.

Le varietà sono tantissime, per questo ne citeremo solo alcune (le più importanti):

  1. Iniziamo dal Dottato (o Ottato/a): è forse il fico più famoso d’Italia, pugliese e perfetto anche per la produzione di fichi secchi.
  2. Sempre pugliese il Fico Melanzana (o Fica maranciana), dalla forma esterna e interna che ricorda l’omonimo ortaggio, polpa bianco-violacea e il sapore delicato e gustoso.
  3. E ancora il Fico Processotto, verde chiaro dalla forma a trottola e la polpa rosso vivo, maturazione tardiva fino a metà ottobre.
  4. Il Collummu Nero, pelle color pece e carni rosate. E ancora tipico della zona lo storico e bellissimo Rigato del Salento, la cui genetica regala un colore variegato giallo-verde, simile per striature al Fico Panascé dalle origini francesi e che matura a fine agosto.
  5. Antico e particolare è anche il Fico dall’Osso, piemontese, nero fuori e rosso dentro, con una pelle che si avvolge verso l’interno formando una specie di nocciolo.
  6. Dalla stessa regione arriva il Fico Salame, pelle bianca e polpa rossa, fine e zuccherina soprattutto a fine agosto o settembre.
  7. Veneto è il Fico Segalin (o Seccalino), piccolo asciutto ma dolcissimo; il colore della buccia è verdone.
  8. Tornando a varietà meno rare ma comunque da provare, il verde Fico dell’Abbate (o Albachiara o Panino) giunge a maturazione la prima metà di settembre, è carnoso e dolce ma non mieloso e resistente al trasporto.
  9. Il Fico della Monaca (o della Signura) è anch’esso verde ma con tendenze al viola chiaro, è delicato, ha polpa rosso-arancio non granulosa ed è medio-piccolo

Calorie

I fichi freschi forniscono al nostro organismo cica 50 calorie ogni 100 grammi. Il loro apporto calorico non supera di molto quello di altri frutti freschi. Le calorie aumentano nel caso dei fichi secchi. Tenete conto che, a differenza di fichi freschi, i fichi secchi apportano al nostro corpo 249 calorie ogni 100 grammi di prodotto.

Proprietà e benefici

I fichi sono frutti ricchissimi di fibre, vitamine, zuccheri e minerali che lo valorizzano molto. Infatti possiamo qui sotto elencare tutte le proprietà e benefici che i fichi portano al nostro organismo:

  1. Ricchi di fibre ecco perché spesso sono consigliati a chi soffre di stitichezza o ha problemi intestinali.
  2. Ricchi di zuccheri, vitamine e sali minerali, i fichi possono essere considerati una buona fonte di energia, deliziosa e 100% naturale, da consumare ogni volta che si ha bisogno di un po’ di sprint in più evitando di ripiegare invece su dolci o caffè.
  3. Ottimi per le ossa: sono ricchi di calcio e di altri minerali.
  4. Ricchi di antiossidanti: contribuiscono a mantenere giovani le cellule del nostro corpo e aiutano a prevenire diversi tipi di tumori tra cui seno, colon e prostata.
  5. I fichi sono ricchi di vitamine, minerali e antiossidanti, per questo aiutano il sistema immunitario a svolgere le sue funzioni
  6. Grazie all’alto contenuto di prebiotici, migliorano la digestione e la flora batterica resta equilibrata

Ricetta gustosa con fichi: fichi ripieni di formaggio e noci

ricetta ideale come aperitivo o antipasto estivo: pronta in 5 minuti!

Ingredienti per 4 persone:

Procedimento

Per prima cosa tagliare i fichi a fette oppure anche a metà, come preferite, poi metteteli da parte.

In una terrina lavorate con la forchetta il formaggio fino a renderlo cremoso. Tagliate l’erba cipollina a piccoli pezzi e aggiungetela al formaggio insieme alla scorza di lime, al sale e al pepe.

Sgusciate le noci. Qui potete scegliere di tenerle intere oppure tritarle a coltello.

Ora potete comporre il vostro aperitivo, mettete sopra i fichi una chenelle di formaggio aromatizzato e cospargete con le noci. I fichi ripieni sono pronti da gustare.

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ANGURIA: VALORI NUTRIZIONALI, PROPRIETÀ, DIETA E RICETTE

L’anguria è chiamata comunemente anche cocomero, e in botanica prende il nome di Cucumis citrullus o Citrullus vulgaris. L’anguria  fa parte della famiglia delle cucurbitacee, dove troviamo non solo i nostri amati meloni, ma anche tutte le zucchine e le zucche. Si distingue dagli altri frutti per le proprie massicce dimensioni, oltre chiaramente per il peso, che talvolta può raggiungere addirittura i 20 chili. Vediamo insieme i valori nutrizionali, proprietà, l’anguria nella dieta e alcune ricette che riguardano questo fantastico frutto.

I VALORI NUTRIZIONALI DELL’ANGURIA

L’anguria rientra nella categoria degli alimenti più dissetanti e rinfrescanti in assoluto: infatti è costituita da oltre il 93% di acqua, e fornisce pochissime calorie (solo 16 per 100 grammi di prodotto, ancor meno rispetto al melone). Nell’anguria si contano all’incirca 3,7 grammi di zuccheri per etto di frutto, 0,4 di proteine e 0,2 di fibre.

L’anguria è fonte di vitamine antiossidanti (A e C), vitamine del gruppo B (B6) e sali minerali, in particolare potassio, fosforo e magnesio (rispettivamente, 112, 11 e 10 mg/100g di prodotto).

anguria-italia

PROPRIETÀ DELL’ANGURIA

– Data la grande quantità d’acqua presente in questo frutto, si potrà tranquillamente immaginare l’immensa proprietà depurativa che ha questo ottimo prodotto: infatti per alcuni popoli Africani, i beciuani, il frutto viene esaltato persino come sacro e purificatore.

– L’attività depurativa dell’anguria è direttamente correlata a quella diuretica: stimolando la diuresi, nell’organismo viene infatti favorita l’eliminazione delle scorie in eccesso.

– I sali minerali e vitamine presenti nell’anguria rappresenta un utile rimedio naturale contro stati di stanchezza, affaticamento fisico e stress, tipici dei mesi estivi, dati dal caldo e dall’afa. Questi ultimi possono infatti causare alterazione della pressione osmotica, ritenzione idrica, eccitabilità neuromuscolare e lievi alterazioni della ritmicità del cuore: mangiare quotidianamente anguria aiuta molto.

– Grazie alle vitamine, sostanze antiossidanti e carotenoidi, l’anguria rientra tra i frutti studiati dalla ricerca in questi ultimi anni è uno dei cibi consigliati anche per prevenzione dei tumori

– Ultimo ma non meno importante: l’anguria va mangiata lontano dai pasti, perché rallenta molto la digestione: dà sempre un senso di sazietà ed infatti è considerato un ottimo rimedio per chi non riesce a controllare la fame, tenendo a mangiare troppo, rispetto a quanto dovuto

anguria-dieta

L’ANGURIA NELLE DIETE

L’anguria essendo un frutto composto dal’93% di acqua, è un frutto molto consigliato nelle diete: aiuta l’idratazione costante e la rimozione della cellulite: aiuta infatti a depurare il corpo e a eliminare tutti i liquidi in eccesso.

L’anguria è molto consigliata nelle diete ipocaloriche, ma sconsigliata per chi è diabetico, a causa dell’alto valore di zuccheri presente.

Tra tutti i frutti, d’estate è uno dei migliori a causa del caldo, ma rimane sempre un frutto: come tale va consumato a colazione e come spuntino. Subito dopo i pasti è altamente sconsigliato, perché rallenta il transito del cibo attraverso il tratto gastrointestinale: questo dà origine a dei processi di fermentazione e crea un accumulo di gas nell’intestino con conseguente sensazione di gonfiore.

Detto ciò, Dateci dentro con la nostra anguria!

Ricette salate con l’anguria

Chi l’ha detto che con l’anguria si possono fare solo ricette dolci? Ecco una bellissima e freschissima proposta del Contadino: penne con quartirolo lombardo e anguria! Infatti l’anguria è ottima mescolata con pomodori, cetrioli e ad ogni genere di insalata verde e croccante, come tenera lattuga o rucola piccante, che crea un bel gioco di sapori. Il cocomero infatti è anche ottimo con i formaggi, ancor più se se ne fa una composta, una sorta di chutney con cipolla rossa, zucchero, aceto e grani di senape. Qualcosa di più fresco? Sperimentate una caprese di bufala dove il rosso siano fettine sottili di cocomero e il verde il classico basilico, che con la frutta va sempre a nozze. Di ricette ce ne sono tantissime, vediamone alcune!

Penne rigate di Gragnano con quartirolo Lombardo e anguria Dumara

Ingredienti:

Procedimento:

  1. Come prima cosa mettete a bollire l’acqua per la pasta.
  2. Tagliate l’anguria a cubetti poi mettetela da parte. In una padella fate scaldare l’olio extravergine di oliva insieme all’aglio.
  3. Tagliate anche il quartirolo, mettetelo nella padella, fatelo soffriggere qualche minuto, togliete l’aglio e aggiungete l’anguria.
  4. Fate cuocere circa 5 minuti, aggiungete sale, pepe, origano e rosmarino, poi spegnete il fuoco.
  5. Nel frattempo cuocete la pasta e scolatela poi nella padella per farla saltare con l’anguria.
  6. Le vostre penne quartirolo e anguria sono pronte!

Insalata di anguria, melone, pomodori e burrata condita con aceto balsamico

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Ingredienti

PROCEDIMENTO

  1. Private il melone e l’anguria dei semi e della scorza, tagliate la polpa a fette.
  2. Tagliate i pomodorini a pezzetti, la cipolla a fettine.
  3. Accomodate i pomodori, il melone, l’anguria, la cipolla e le burratine nei piatti e condite con le perle d’olio, d’aceto, fleur de sel e pepe.
  4. Guarnite con le foglie di basilico e servite.

Anguria Dumara alla griglia

anguria-ricette-salate

Ingredienti

Procedimento

  1. Sbucciate le fette di anguria, fate scaldare una bistecchiera e grigliatele per 1 minuto per lato
  2. L’anguria alla griglia è pronta, aggiungete caprino e basilico, condite con sale, olio e pepe e servite.

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Meloni retati: ricetta, origini, varietà e maturazione

Il melone retato, chiamato anche Cantalupo, è una varietà di melone del gruppo cantalupensis o cantalupio, di media grandezza, superficie liscia, polpa giallo-arancio. La pianta del melone, il cui nome scientifico è Cucumis melo, appartiene alla famiglia delle Cucurbitaceae. Vediamo insieme le origini, varietà e curiosità di questo fantastico frutto, ormai coltivano in Italia da molti anni: vedremo insieme anche una fantastica ricetta e come riconoscere i meloni buoni da quelli troppo maturi. Vediamo subito insieme come mangiare questo fantastico frutto!

Spiedini di melone cantalupo, prosciutto e mozzarella

Ingredienti per 4 persone

Procedura

Come prima cosa dividete a metà il melone  e togliere i semi interni. Tagliate le fette e privatele della buccia. Formate poi tanti quadratini e mettetelo da parte.

Tagliate a pezzi anche la mozzarella e lavate i pomodorini e la rucola.

A parte preparate la vinaigrette, spremete il lime, aggiungete qualche cucchiaio di olio extravergine, sale e pepe.

Prendete i bastoncini in legno da spiedini, e iniziate ad infilare tutti gli ingredienti. Posizionateli poi sopra un letto di rucola e completate il piatto con la vinaigrette.

Le origini dei meloni retati

Il melone retato, è chiamato anche Cantalupo perché originariamente portato da missionari asiatici al castello pontificio di Cantalupo, località della Bassa Sabina ad una cinquantina di chilometri da Roma (attualmente in Provincia di Rieti). L’introduzione del melone in Italia risale quasi all’era cristiana, come testimoniano alcuni dipinti ritrovati ad Ercolano. L’Europa rappresenta il secondo produttore a livello mondiale dopo l’Asia e l’Italia, insieme a Spagna e Francia, è uno dei principali paesi europei nella produzione di questo prelibato frutto.

In Italia viene coltivato in diverse zone: inizia sempre la Sicilia verso il periodo di maggio; poi si prosegue con merce della zona centrale della penisola come Emilia, Toscana, Terracina. Ed infine si chiude la stagione con il melone Cantalupo di Mantova, in Lombardia.

Le varietà di melone retato e come riconoscere quando è maturo

Il melone Cantalupo già è una varietà: infatti si differenzia molto dal melone gialletto (anche quest’ultimo tipico italiano), dal melone liscio, amaro e molti altri.

All’interno della famiglia dei meloni Cantalupo, esistono tantissime varietà. Tra le più famose ad esempio troviamo la Red Falcon e il Mundial che sono due sottovarietà molto simili tipiche della Sicilia. Un’altra varietà è quella di Mantova, che appare con una polpa di un colore pallido, ma compatta e dolce.

Esistono davvero centinaia di sotto varietà, ma l’importante è riconoscere che sia un vero Cantalupo: si riconosce subito dalla buccia retata e questi segni importanti che disegnano sulla buccia tante fette, come se per tagliarlo dovessimo seguire quelle linee.

Le proprietà ed i benefici del melone retato Cantalupo

Le proprietà e i benefici del melone Cantalupo sono numerose, vediamo le principali. Sicuramente il melone ha proprietà dissetanti, diuretiche e rinfrescanti; la presenza di vitamina A conferisce al melone proprietà antiossidanti in grado di apportare benefici nel contrastare l’attività nociva dei radicali liberi.

La presenza di betacarotene nel melone stimola l’organismo alla produzione di melanina, il pigmento principale della nostra pelle, mentre la vitamina B svolge un ruolo attivo nei confronti degli stati depressivi. Anche le ossa traggono benefici dall’assunzione del melone, infatti l’abbondanza di fosforo e di calcio svolgono un’attività protettiva nei confronti dell’osteoporosi; in ultimo, la buona percentuale di potassio presente nella sua polpa ha effetti benefici sulla circolazione e sulla pressione arteriosa.

Come capire se il melone è buono o maturo?

Riconoscere un melone maturo e buono, come si fa? Per il Cantalupo servono solo un paio di consigli. Acquistare un melone buono e maturo non è sempre facile perché si tratta di una famiglia che può presentare varietà profumate e varietà inodore. A causa di queste due caratteristiche, non ci si può fidare del proprio naso né pensare di acquistarlo e poi lasciarlo maturare con calma in casa. Quindi scegliere un melone vuol dire individuare il momento migliore per comperarlo o staccarlo dalla pianta assicurandosi che sia sempre maturo al punto giusto. I meloni buoni e maturi hanno solitamente le seguenti caratteristiche:

  • hanno forma regolare ossia all’esterno non presentano malformazioni
  • hanno la corona del picciolo segnata ed in parte staccata dal frutto.
  • conservano colorazioni e striature verdognole e le parti gialle non virano mai al giallo intenso.
  • possono presentare piccole spaccature che sono sinonimo di alto contenuto zuccherino
  • sono solitamente pesanti ossia risultano avere un peso specifico elevato.

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Cosa sono gli agretti: proprietà, come pulirli e cucinarli

Esistono tantissimi nomi per indicare questo ortaggio: barba di frate, barba di cappuccino, barba di Negus o roscani. Dietro tutti questi nomi c’è lo stesso alimento che, nonostante la sua semplicità, svolge un ruolo da protagonista in molte cucine locali. Stiamo parlando di una pianta erbacea con foglie sottili e molto allungate, una consistenza croccante e un sapore acidulo e piccante: un perfetto contorno ai vostri piatti di carne e pesce. Spuntano sui banchi di frutta e verdura in primavera e somigliano all’erba cipollina, ma non sono un erba aromatica.

Agretti o barba di frate: cosa sono e quando si trovano

agretti-barba-di-frate

II vero nome degli agretti è salsola soda e dietro questo nome si nasconde una pianta appartenente alle Chenopodiaceae, una famiglia di piante erbacee presenti in tutte le regioni temperate e subtropicali del mondo. Nonostante ciò, le tradizioni popolari si sono sbizzarrite nel dare nomi diversi agli agretti, per esempio: in Umbria sono noti anche come riscoli o arescani, in Romagna si chiamano lischi e nelle Marche vengono definiti rospici. In tutto il resto del Paese, a causa della loro forma allungata, gli agretti sono noti anche come barba di frate, barba del Negus e senape dei monaci. Il termine più comune per definire questa pianta, agretti, deriva dal suo sapore acre e acidulo.

Si tratta di una pianta dalle piccole dimensioni, ha l’aspetto di un cespuglio e arriva ad una lunghezza massima di 70 centimetri. Le foglie e il fusto sono commestibili e di colorazione verde/rossa. Come anticipato precedentemente, sono una pianta che si consuma principalmente in primavera. Inoltre possiede numerosi sali minerali visto che, essendo una pianta alofita, è in grado di adattarsi agli ambienti marini. Infatti laa si trova principalmente nelle zone costiere ed è molto diffusa nel bacino del Mediterraneo.

Inizialmente questa pianta veniva utilizzata per estrarre la soda, che veniva prodotta dalle ceneri della combustione della stessa. Questo materiale veniva poi usato per produrre il vetro nella capitale del vetro fatto a mano: Murano. La barba di frate è anche l’ortaggio dello Shabbat: la festa ebraica del riposo, celebrata ogni sabato.

Proprietà benefiche e calorie degli agretti

Gli agretti, ricchi di vitamine e Sali minerali, sono un nostro alleato nella battaglia che ogni giorno facciamo per mantenere il nostro organismo in uno stato di benessere. Possiedono un’alta concentrazione di potassio, magnesio, ferro e vitamina B9.

Per 100 grammi di agretti troviamo:

Kcal

17

Ferro

1,2mg

Calcio

131mg

Sodio

14mg

Potassio

606mg

Fosforo

34mg

Zinco

0,2

Vitamina B1

0,03mg

Vitamina B2

0,19mg

Vitamina C

24mg

Folati totali

80mg

Vitamina E

0,7mg

Vitamina A

23,5mg

VitaminaK

2mg

Gli agretti sono utilizzati anche nel trattamento dell’ipertensione e dei suoi effetti. Queste proprietà della barba di frate vengono conferite dai flavonoidi, gli acetofenoni, i cumarinici e gli steroli. Negli ultimi tempi però la ricerca si è principalmente concentrata sui TIQ, perché sembrano avere proprietà importanti: influenzano il sistema nervoso vegetativo, mostrano una potente citotossicità (spesso selettiva) e hanno proprietà antimicrobiche, antimalariche e potenzialmente anti-HIV.

Come pulire gli agretti

Ecco la semplice procedura per pulire i roscani:agretti-barba-di-frate

  1. Con un coltello tagliate la parte bianco/rossa di ciascun agretto e tutte le estremità troppo spesse alla base dei fili sottili.
  2. A questo punto mettete in ammollo gli agretti puliti in una pentola colma di acqua fresca, che dovrete cambiare più volte.
  3. Infine scolateli e asciugateli delicatamente. Ora potete passare direttamente alla cottura in padella, magari con un bel soffritto!

Come cucinare e condire la barba di frate

Gli agretti hanno la meravigliosa caratteristica di essere particolarmente versatili in cucina e perciò possono essere usati come ingredienti per torte salate, sformati, frittate ecc.

Uno modo originale di prepararli, ma che probabilmente piace solo agli amanti dei sapori un po’ più forti, è quello di usarli come condimento per la pasta, abbinandola a formaggi freschi come la feta o a dei pomodorini freschi. Sono inoltre perfetti per condire una semplice, ma sempre apprezzabile, insalata di pollo o magari per guarnire un crostino da antipasto.

La loro preparazione può avvenire bollendoli, cuocendoli al vapore o saltandoli in padella. Oggi ci concentreremo su quest’ultima modalità. Per una cottura semplice, leggera e dalla facile digestione, portate a cottura gli agretti aggiungendo in padella un po’ d’acqua o brodo vegetale. Se non vi piace questa opzione potete sempre mettere uno spicchio d’aglio, un filo d’olio EVO e portarli a cottura così, saltandoli di tanto in tanto e aggiungendo un goccio d’acqua verso fine cottura.

La barba di frate si sposa perfettamente con carni come pollo e tacchino perché ne esalta particolarmente il gusto. Allo stesso tempo può essere un accompagnamento per piatti di pesce (lesso o al forno): con una nota di merito per la coppia salmone-agretti.

Possono anche essere utilizzati per dare un sapore deciso a piatti che magari risulterebbero un po’sciapi: perciò sono adatti a tutte le ricette a cui si vuole dare un sapore più forte.

Infine, per quanto riguarda la conservazione, dovete sapere che sono un ortaggio che deperisce in poco tempo. Potete perciò conservarli in frigo, se freschi, per un massimo di 2-3 giorni e all’interno di un sacchetto per alimenti. Altrimenti, se preferite congelarli, scottateli in acqua (senza sale) per 5 minuti, lasciateli raffreddare e metteteli nel freezer, dove potranno rimanere per un massimo di 3 mesi.

Ricette con barba di frate: frittatine al forno con agretti e caciotta affumicata

Che tu sia a casa in smart working oppure in ufficio, queste frittatine al forno sono la ricetta ideale per la tua pausa pranzo. Si tratta di bocconcini di frittata, arricchiti con agretti e caciotta affumicata, uno spuntino leggero ma pieno di gusto che puoi gustare sia caldo che freddo.

Ingredienti:

  • 6 uova
  • 1 cipolla
  • 200 g di agretti
  • parmigiano
  • 1 caciotta affumicata
  • olio extravergine di oliva
  • sale

Procedimento

Come prima cosa pulite gli agretti tagliando le radici, poi lavateli bene e metteteli da parte. In una padella fate soffriggere la cipolla tagliata fine, insieme all’olio extravergine di oliva. Quando sarà appassita unite gli agretti, salate e chiudete con il coperchio. Dovranno cuocere circa 12 minuti a fuoco moderato.

Intanto in una terrina rompete le uova, salate e aggiungete anche il parmigiano grattugiato. Sbattete bene con una frusta fino a ottenere un composto omogeneo. Prendete degli stampini da forno, adagiate sulla base gli agretti, versate le uova e aggiungete nel centro la scamorza affumicata tagliata a cubetti.

Infornate a 180 gradi per circa 15 minuti, regolatevi in base alla dimensione degli stampi che avete utilizzato.

Ora avete tutte le informazioni per preparare gustosissimi piatti con questo ortaggio che, anche se può risultare un po’ sconosciuto, ha una versatilità e un sapore talmente particolare che può totalmente ribaltare un ricetta che credevate fosse venuta male, perciò provate, sperimentate, divertitevi e…Buon Appetito!!

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La stagione delle fragole: varietà, valori nutrizionali e ricette dolci

La fragola è uno dei più amati frutti primaverili. Le ricche caratteristiche, il suo sapore dolce e zuccherino la rendono uno dei cibi preferiti da grandi e piccini. La pianta delle fragole fa parte della famiglia delle Rosacee e prende il nome di Fragaria vesca, termine che richiama il latino “fragrans”, la spezia usata dai romani per denotare questi prelibati frutti.

L’origine della fragola è molto antica: la troviamo già nella Bibbia, dove viene descritta come un frutto spontaneo, ricco e delizioso, ma anche nel Neolitico possiamo trovarne traccia. Le fragole, storicamente, sembrano provenire dal nostro continente: l’Europa. In molti boschi d’Italia, infatti, è possibile trovare fragoline di bosco in primavera e in estate.

Le fragole si possono coltivare nei vasi da fiori in giardino e sul balcone, perché sono piante facili da curare e le loro varietà si dividono in unifere e rifiorenti. I robusti frutti delle unifere maturano in circa un mese in tarda primavera, mentre quelli delle rifiorenti maturano da maggio all’autunno e sono anche i più utilizzati negli orti domestici perché molto adatti all’invasatura.

Il periodo di raccolta e maturazione delle fragole

fragole-italiane

La famiglia delle Rosacee racchiude almeno 15 tipologie di fragole. Le varietà più comuni e più coltivate derivano principalmente da decenni di ibridi. Per classificarli si considera principalmente la dimensione del frutto. Alcune varietà appartenenti a questo genere crescono spontaneamente nella nostra flora, infatti è possibile trovare facilmente la specie fragola vesca, che è una fragolina di bosco comune in collina e montagna ad un’altitudine di circa 1.300 metri. Tuttavia, le specie più piantate sul mercato sono altre, compresi alcuni ibridi.

Regione per regione, le fragole hanno un diverso periodo di raccolta e maturazione. Per esempio in Sicilia il periodo di raccolta è compreso tra dicembre e giugno. Attualmente la varietà più coltivata è la «Fortuna» (il 70% del totale) la quale è precocissima, caratteristica molto apprezzata dai produttori perché permette di arrivare per primi sui mercati.

In Basilicata, una delle regioni italiane con la maggior concentrazione di ettari volti alla produzione della fragola, la raccolta inizia normalmente nella seconda metà di febbraio o agli inizi di marzo e viene effettuata fino a giugno.

Passando all’Emilia Romagna, la fragolicoltura romagnola fornisce tradizionalmente un flusso produttivo concentrato unicamente nei tre mesi primaverili: da metà aprile a metà maggio in coltura protetta, da metà maggio alla prima decade di giugno in pieno campo.

Per quanto riguarda il Veneto (o meglio, la provincia di Verona) il normale periodo di maturazione va da aprile a giugno. Arrivando, infine, al Trentino Alto-Adige, vediamo che il periodo di raccolta va dalla prima decade di giugno fino alla prima decade di ottobre

Le varietà di fragole più dolci

fragole-candongaEsistono una miriade di varietà di fragole, tra quelle che si possono trovare al supermercato e quelle che si trovano solo nei boschi. Oggi però ci concentriamo su quelle più dolci. La prima è la Candonga, il marchio della varietà Sabrosa sviluppata dal Centro Ricerca Planasa. La fragola Candonga è coltivata solamente in Basilicata e le sue particolarità sono che è rossa sia fuori che dentro, che la polpa è consistente e croccante e che si conserva fino a 7 giorni dalla raccolta.

In seguito abbiamo la Melissa, una varietà di fragole che inizia la produzione intorno a metà dicembre, aumenta la produzione a marzo, per poi proseguire fino alla fine di maggio, con l’ultima fragola all’inizio di giugno. Passiamo poi alla Sabrina, una varietà di fragola coltivata in Calabria. Il colore rosso acceso, la forma conica allungata e il gusto dolce e consistente la rendono una delle più peculiari cultivar di questo gustoso frutto. Ultima ma non ultima abbiamo la Fragola Fortuna, adatta ai climi caldi dei paesi del Mediterraneo, a maturazione precoce e che fornisce frutti di qualità. Il frutto è molto grande, conico e di colore rosso-aranciato brillante.

I valori nutrizionali e le calorie delle fragole

Le fragole e gli altri frutti di bosco appartenenti alla famiglia delle Rosaceae o delle Asteraceae, come i mirtilli, sono considerati le fonti alimentari più abbondanti di composti bioattivi e hanno potenti proprietà antiossidanti. Scopriamo perciò tutte le caratteristiche delle fragole e i benefici per la salute che questi frutti apportano.

VALORI NUTRIZIONALI PER 100g DI FRAGOLE

Acqua

90,95g

Kcal

32

Proteine

0,67g

Grassi

0,3g

Carboidrati

7,68

Fibre

2g

Ferro

0,41 mg

Manganese

0,3mg

Potassio

153mg

Fosforo

24mg

Vitamina C

58,8mg

Indice glicemico

25

Colesterolo

0g

Zuccheri

5,3g

Pertanto, questi frutti sono riconosciuti come importanti aiutanti per la nostra salute, purché vengano consumati con moderazione e come parte di una dieta ricca ed equilibrata. La vitamina C è particolarmente utile per il normale funzionamento del sistema immunitario e del metabolismo. Aiuta anche a proteggere le cellule dagli effetti dello stress ossidativo e aiuta a resistere all’affaticamento causato dall’aumento delle temperature.

Ricette dolci e sfiziose con le fragole

Ecco il momento che i più golosi stavano aspettando, quello delle ricette. Oggi ve ne proponiamo tre, una più sfiziosa dell’altra.

Mini cheesecake alle fragole e basilico

Cheesecake sì ma con il tocco in più degli ingredienti speciali de ‘il Contadino on line’. Quella che vi vogliamo presentare non è solo una cheesecake, ma molto di più, un dolce senza cottura che si gusta in un bicchierino in mono porzione, leggero e gustoso tanto che siete autorizzati a passare al secondo dopo aver assaggiato il primo, il modo migliore insomma, per valorizzare delle ottime fragole. Prepararlo è davvero semplice e veloce, in 15 minuti, avrete stupito i vostri ospiti.

Ingredienti per 4 persone:

Preparazione:

  1. Come prima cosa tritare finemente a coltello il croccante e disporlo sul fondo dei bicchierini.
  2. Tagliate le fragole a fettine nel senso della lunghezza e mettetele da parte.
  3. Ora dovete preparare la crema, tirate fuori la panna dal frigorifero (più è fredda e più di monterà meglio), versatela in una terrina insieme allo yogurt (sempre freddo) e allo zucchero a velo.
  4. Montate tutto per qualche minuto, versate in una sac a pochè.
  5. Aggiungete nei bicchierini le fettine di fragole disponendole a cerchio contro la parete del bicchierino e al centro versateci il composto di yogurt e panna. Finite il vostro dolcetto con le foglioline di basilico in superficie.
  6. Lasciare riposare in frigorifero 20 minuti e poi gustare.

La nostra video ricetta

Crostata di fragole

Grande classico della pasticceria italiana realizzato con una base di pasta frolla, un ripieno di crema pasticcera e tante fragole fresche, la crostata di fragole è il dolce ideale per la primavera. Vi richiederà un’ora per la preparazione, ma il procedimento non è particolarmente difficile.

Ingredienti:

Per la Pasta frolla:

Per la Crema Pasticcera:

Per Completare:

  • 600 – 700 gr di fragole fresche o fragoline
  • 1 cucchiaio di zucchero a velo oppure

Preparazione:

  1. Per prima cosa va preparata la pasta frolla, perciò mettere la farina in un mixer con il burro e mescolate fino ad ottenere un composto sabbioso. Ora aggiungete lo zucchero a velo, i tuorli e la scorza. Mixate il tutto per pochi istanti. Una volta amalgamato, mettete in frigo il composto per almeno 30 minuti.
  2. Mentre preparate la crema pasticcera: versate il latte, la panna e il baccello di vaniglia in un recipiente, accendete il fuoco e portate a bollore. Da un’altra parte versate i tuorli e aggiungete i semi del baccello di vaniglia che avete precedentemente separato dal baccello. Sbattete il tutto fino ad ottenere un composto omogeneo.
  3. Setacciate nella ciotola l’amido di mais e mescolate per incorporarlo. Ora eliminate il baccello di vaniglia dal tegame con il latte e la panna, prendete un mestolo di liquido e aggiungetelo al composto di uova e mescolate con una frusta
  4. Riversate il composto in un tegame e lasciatelo addensare a fuoco basso, senza mai smettere di mescolare. A questo punto lasciate raffreddare la crema prima a temperatura ambiente e poi in frigo.
  5. Ora imburrate e infarinate uno stampo da crostata e stendeteci il panetto di pasta; con una forchetta bucherellate l’impasto sul fondo e riempitelo di crema pasticcera. A questo punto non vi resta che mettere la crostata in forno e farla cuocere a 180 gradi per una ventina di minuti. Una volta tirata fuori dal forno aggiungete fragole a piacimento per decorazione e una spolverata di zucchero a velo.

Fragole e mascarpone

Si tratta di un dolce facile e veloce, che potete preparare quando avete ospiti improvvisi e non sapete cosa inventarvi per stupirli con un buon dessert.

Ingredienti:

Preparazione:

  1. Iniziate lavando le fragole e tagliandole a pezzetti, unitevi lo zucchero e spremetevi il succo di limone. Mescolate e lasciate riposare 10-15 minuti, il tempo necessario a far creare il sughetto.
  2. Preparate la crema: unite al mascarpone lo zucchero a velo e un cucchiaio di latte. Lavoratelo con un cucchiaio fino ad ottenere un composto morbido. Quando servite sistemate sul fondo del piatto/barattolino due cucchiai di fragole con il loro sughetto, copriteli con un paio di cucchiai di crema al mascarpone e completate con un altro cucchiaio di fragole.
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Cime di rapa: come pulirle, cucinarle e conservarle

Cime di rapa: come pulirle, cucinarle e conservarle

Ortaggio tipico dell’agricoltura italiana, le cime di rapa non vanno confuse con le foglie di rapa: le prime sono la parte più pregiata, assieme agli steli e ai fiori. Si tratta di una sottospecie botanica, conosciuta col nome sylvestris, della famiglia delle Brassicaceae. Ovviamente le cime di rapa possono differenziarsi in numerose tipologie, ognuna delle quali ha una propria forma, un proprio periodo di semina e un proprio tempo di fioritura.

Stiamo parlando di una tipologia di verdura tipicamente del centro-sud Italia, in quanto predilige un clima caldo: le principali regioni dove viene coltivata sono la Puglia, la Campania, il Lazio e la Toscana, luoghi in cui prende nomi diversi come broccoletti, friarielli e rapini.

In genere vengono messe sul mercato come germogli interi, come infiorescenze o nel peggiore dei casi come foglie senza fiori. Sono di colore verde e dalle dimensioni variabili tra i 15 ed i 100 cm. Un consiglio: acquistate le cime di rapa ben fresche; le foglie e i gambi non devono assolutamente essere flosci e i fiori invece devono essere completamente chiusi.

Come pulire le cime di rapa

cime-di-rapa-pulirePulire le cime di rapa non è particolarmente difficile ma allo stesso tempo bisogna conoscere alcune particolarità:

  1. Eliminate i gambi duri e le foglie più grandi, sradicandole con le mani. In seguito selezionate e pulite il fiore a circa 5 centimetri di distanza dal fusto, vicino alle foglie che contengono la cima. Se volete potete anche prelevare le foglie più tenere ma tenetele separate dalle cime perchè hanno tempi di cottura differenti.
  2. Se decidete di cuocerle subito mettetele in uno scola pasta e sciacquatele con acqua fredda. Durante questo processo fate attenzione a non danneggiare il fiore e a non lasciare nessuno rimasuglio di terra.

Come cucinare le cime di rapa

Esistono diversi modi per cucinare le cime di rapa: lessate, cotte acime-di-rapa vapore, stufate o cotte in padella. Sono un ingrediente particolarmente versatile, in quanto il loro sapore pungente si abbina perfettamente a molti alimenti. Sono ottime per condire la pasta o la pizza ma possono essere utilizzate anche come contorno o come un secondo piatto.

Il metodo più facile e che garantisce risultati migliori è quello di lasciarle sbollentare in una pentola piena d’acqua per 10-15 minuti e poi ripassarle in padella, magari abbinate a della carne. Il procedimento è il seguente:

  1. Selezionate le cimette e le foglie più tenere, lavatele abbondantemente; portate a bollore l’acqua, aggiungete il sale grosso e infine le cime di rapa;
  2. Una volta bollite, mettete le infiorescenze delle cime di rapa in una padella antiaderente con i bordi alti. Importante: non aggiungete altra acqua, è sufficiente quella che rimane una volta tolte dalla pentola. Accendete il fornello e fate cuocere a fuoco medio per 10 minuti, aggiungete il sale e finite di cuocere per altri 5 minuti.
  3. In un’altra padella soffriggete uno spicchio d’aglio e un po’ di peperoncino in 2/3 cucchiai di olio extra verdine d’oliva. Una volta dorati, aggiungete le cime di rapa. Aggiungete anche un pizzico di sale, coprite il tutto con un coperchio e fate cuocere per altri 10 minuti.
  4. Se avete deciso di abbinarci (per esempio) una buona salsiccia di maiale, fatela cuocere in una padella a parte ma finite la cottura nella stessa padella delle cime.

Come conservare le cime di rapa

Le cime di rapa possono essere conservate sia in frigo che in freezer, dipende da quando avete intenzione di consumarle. Se, dopo averle comprate, decidete di non mangiarle subito, non c’è bisogno di lavarle: basta metterle in un sacchetto per alimenti e riporle nello scomparto della frutta e della verdura del vostro frigo, per un massimo di 2-3 giorni.  Se vi sono avanzate delle cime di rapa già cotte, potete conservarle allo stesso modo.

Se preferite congelarle nel freezer dovete obbligatoriamente farle sbollentare in acqua salata per circa una decina di minuti, oppure farle al vapore. Una volta scolate e lasciate raffreddare basterà riporle in un sacchetto per alimenti e metterle in freezer. Conservate in questo modo, le cime di rapa vanno poi consumate entro 6 mesi.

Tutte le proprietà e i benefici delle cime di rapa

Le cime di rapa sono alimenti a basso apporto energetico: le poche calorie sono divise tra fruttosio e proteine a basso valore biologico. Sono costituite per il 92% di acqua, per il 3% di proteine, per il 3% di fibra e per il 2% di carboidrati. Inoltre non contengono colesterolo. Tra i sali minerali presenti all’interno spiccano il ferro e il calcio (soprattutto nelle foglie).

Per quanto riguarda le vitamine, le foglie sono ricche di niacina (vitamina B3) mentre i broccoletti presentano maggiori quantità di vitamina A e di vitamina C. Sono inoltre presenti i folati, anche noti con il nome di vitamina B9, particolarmente necessari per le donne incinta.

Vi è solo una controindicazione al consumo di cime di rapa, ovvero il fatto che contengono un’elevata quantità di purine, molecole che chi soffre di ipereucemia o gotta non riesce a metabolizzare in modo corretto.

Un’altra informazione utile è che una volta cotte in acqua le cime di rapa perdono numerosi sali minerali e tutte le vitamine termolabili.

In conclusione, le cime di rapa sono l’alimento perfetto per gli amanti della verdura e del mangiare sano: hanno numerose proprietà benefiche e, grazie al loro sapore intenso e caratteristico,  possono essere abbinate alle più svariate tipologie di verdure o, come abbiamo visto prima, di carni. Seguendo i nostri consigli le cime di rapa non avranno più nessun segreto per voi e non avrete più la scusa che la preparazione è troppo difficile! Perciò, come al solito, Buon appetito!

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Arance Rosse di Sicilia: caratteristiche, proprietà e migliori ricette

Arance Rosse di Sicilia:

 caratteristiche, proprietà e migliori ricette

Rinomate a livello mondiale per il caratteristico colore e sapore intenso, le arance rosse di Sicilia sono un concentrato di proprietà benefiche per il nostro organismo. Ne esistono tre tipologie, ognuna delle quali ha caratteristiche, proprietà e periodo di raccolta differenti. Prima di andare ad elogiarne e analizzarne le proprietà organolettiche, vediamo la storia e le differenze tra queste tre tipologie di arance rosse di Sicilia.

Storia e Caratteristiche delle Arance Rosse di Sicilia

Innanzitutto è doveroso sapere da dove deriva il caratteristico colore rosso, caratteristica che le mette al primo posto tra le varietà con le maggiori proprietà benefiche. Perciò, da cos’è dato il loro intenso colore? Questo, in gergo, cultivar (nome con cui si indicano le varietà agrarie di piante coltivate) è decisamente influenzato dai fattori climatici del luogo in cui vengono coltivate. Nello specifico la Sicilia è caratterizzata da un clima secco durante il giorno e un’elevata escursione termica durante la notte. Questa combinazione di fattori conferisce alle arance una grande quantità di antociani, uno dei più importanti gruppi di pigmenti naturali presenti nel mondo vegetale; essi hanno un elevato potere antiossidante che proteggono le piante dalle radiazioni ultraviolette e gli conferiscono in questo modo il caratteristico colore rosso

Come accennavamo in precedenza, esistono tre tipologie di Arance rosse di Sicilia: arance Tarocco, arance Moro e arance Sanguinello.

arance-tarocco-sicilia

Arance Tarocco

Si tratta della varietà più diffusa e conosciuta lungo tutta la penisola e la loro terra d’origine è Siracusa e il loro periodo di maturazione è molto lungo: da Dicembre ad Aprile. Varietà molto pregiata, la Tarocco è una delle arance di Sicilia più apprezzate per il suo sapore fragolato e la sua bassa acidità.

arance-rosse-moroArance Moro

Anche questa particolare tipologia nasce nel siracusano, in particolare nel territorio di Lentini. Esse presentano, diversamente dalle altre, una buccia di colore arancio sfumata su un lato. La polpa non ha semi e il suo colore è il più intenso dei tre, quasi viola. Il loro periodo di maturazione inizia a Dicembre e si protrae senza problemi fino a Febbraio.

arance sanguinello siciliaArance Sanguinello

Quest’ultima tipologia ha una buccia di color arancio-rosso così come la polpa, arancione e striata di rosso. A differenza delle altre due tipologie, questa ha un periodo di maturazione più tardivo: ha inizio in Febbraio, infatti, e la raccolta avviene tra marzo e aprile, periodo in cui le arance Sanguinello possiedono le migliori caratteristiche organolettiche.

Le Proprietà benefiche

Le arance rosse di Sicilia possono essere quasi considerate come una medicina, per questo motivo medici e dietologi non le fanno mai mancare nelle nostre tavole durante l’inverno. Numerosi studi hanno evidenziato che all’interno di queste arance è presente un quantitativo maggiore di Vitamina C, nonché oltre 60 flavonoidi (pigmenti vegetali). Questo mix di vitamine e pigmenti dà vita ad un potente alleato per combattere infiammazioni, difendere le cellule dallo sviluppo di tumori, e rallentare i processi di invecchiamento della pelle.

Inoltre, la vitamina C è considerata tra i più potenti antiossidanti presenti in natura. Oltre a rafforzare il sistema immunitario contro le influenze stagionali, si rivela fondamentale come prevenzione a malattie cardiovascolari.

Le migliori ricette con le arance rosse di Sicilia

Passiamo ora ad argomenti meno tecnici e più divertenti come le gustose ricette che si possono realizzare con questo meraviglioso frutto.

Marmellata di arance rosse siciliane

Gustosa conserva dolce, è ottima sulla fette biscottate o all’interno di torte e crostate.

Ingredienti:

Preparazione:

Lavate, sbucciate e tagliate a pezzettini tutte le arance, tranne due che dovranno mantenere la scorza. Mettete le arance, con e senza scorza, in una pentola assieme allo zucchero fate cuocere a fiamma bassa per 45 minuti circa. Quando arriva alla giusta cottura, frullatela fino a che non raggiunge la consistenza da voi desiderata. Infine versate la marmellata calda in dei vasetti, precedentemente sterilizzati, e lasciateli raffreddare a testa in giù.

ciambella-succo-arance-rosse

Ciambella alle arance rosse di Sicilia

Nonostante possa sembrare un accostamento un po’ azzardato, questo dolce viene apprezzato da grandi e piccini e durante la sua preparazione la vostra casa verrà cosparsa da un meraviglioso profumo di agrumi che per qualche istante vi farà sentire dei veri e propri siciliani.

Ingredienti:

  • 180 grammi di farina 00
  • 2 uova medie
  • 300 grammi di arance rosse
  • 120 grammi di zucchero
  • 40 ml olio di semi o EVO
  • Mezza bustina di lievito per dolci
  • Zucchero a velo q.b.

Preparazione:

Lavate le arance, grattugiatene la scorza e spremetene il succo. Prima di iniziare a montare le uova intere con lo zucchero, preriscaldate il forno a 180º gradi. Uno volta montate, aggiungetevi il succo delle arance, la scorza e l’olio di semi. Una volta aggiunta la farina, setacciata con il lievito, il vostro composto è pronto. Mette il tutto in uno stampo a ciambella, oliato e infarinato, e fate  cuocere per circa 35-40 minuti.

 

cheesecake-arance-rosse-cioccolatoMini cheesecake all’arancia rossa di Sicilia e cioccolato extra-fondente

L’ultima ricetta che vi proponiamo oggi è un dessert fresco e ricco di vitamina C. Perfetto per i più golosi, la sua preparazione non è particolarmente difficile e vi impiegherà solo 15 minuti.

Ingredienti:

Preparazione:

Inizialmente fate sciogliere 

il burro a fuoco basso. In un mixer tritate i biscotti, il burro e aggiungete le scaglie di cioccolato tagliate a coltello. Prendete uno stampo tondo e rivestitelo con carta oleata, sulla quale adagiate il composto di biscotti tritati. Mette in frigo lo stampo per 20 minuti e intanto lavate le arance.

Lavorate il mascarpone con lo zucchero e il succo di 2 arance e mescolate finché il composto non sarà perfettamente amalgamato. Infine inseritelo negli stampi che avete preparato prima e fateli rapprendere in frigo per almeno 4 ore. Tirateli fuori dal frigo, decorate a piacere con le arance avanzate e aggiungete tanto cioccolato quanto impone la vostra golosità.

Infine, come abbiamo visto, le arance rosse di Sicilia sono uno dei frutti con la più grande quantità di proprietà benefiche. Vi consigliamo perciò di non farvele mai mancare, anche perché siamo già a metà febbraio e il loro periodo di maturazione finirà tra poco. Perciò affrettatevi e godetevi il sapore di una delle più gradi fonti di orgoglio per la Sicilia e per l’Italia intera… Buon appetito!

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Radicchio Veneto: tipi, proprietà, ricette e come conservarlo

Radicchio Veneto: tipi, proprietà, ricette e come conservarlo

Nato come cibo povero, destinato a persone povere, il radicchio è un ortaggio che solo nella storia recente è stato rivalutato e considerato appieno. In effetti, l’etimologia del suo nome non lascia molta interpretazione: deriva infatti da radicula, un diminutivo di radice. Nonostante la storia non particolarmente nobile, questo ortaggio ha avuto un enorme successo recentemente, in alcune regioni piuttosto che in altre. In Veneto, soprattutto nell’area compresa tra Treviso, Castelfranco, Chioggia e Verona, le condizioni climatiche hanno permesso lo sviluppo quantitativo e qualitativo del radicchio. Ora come ora, in questa zona, esistono almeno 5 tipologie di radicchio che godono della certificazione IGP (Indicazione Geografica Protetta).

Tipi e varietà di radicchio veneto: quali sono

Come accennato, esistono numerose varietà di radicchio, coltivate prevalentemente nel nordest d’Italia. Ognuna di queste tipologie ha sapori, odori, colori e proprietà specifiche, che le rendono uniche rispetto a qualsiasi altra varietà o ortaggio. La città del radicchio per eccellenza è sicuramente Treviso, provincia veneta che ne vanta due tipologie, quello tardivo e quello precoce. Un’altra delle varietà più conosciute e acquistate dagli italiani è il Radicchio Rosso di Chioggia, croccante e dal sapore amarognolo. Rimanendo in Veneto è necessario citare il Radicchio Variegato di Castelfranco, nato nel 1700 dall’incrocio di una varietà di lattuga con il radicchio tardivo trevigiano.

Una delle tipologie più particolari, invece, è indubbiamente il Radicchio Rosa di Verona, caratterizzato da sfumature rosa che ne colorano le foglie, rendendolo unico all’interno della famiglia. Infine, passando al Friuli-Venezia-Giulia troviamo il Radicchio di Gorizia, chiamato anche “La rosa di Gorizia”, per la sua forma caratteristica.

Radicchio rosso di Treviso

Come anticipato, la varietà trevigiana si divide in due particolari tipologie, precoce e tardivo, che sviluppano caratteristiche differenti.

radicchio-lungo-precoce-veneto

Il primo ha cespo voluminoso e allungato, foglie più grosse e un sapore amaro più spiccato. Si raccoglie da settembre fino a fine novembre. Dal sapore leggermente amarognolo, è ottimo nei primi piatti, accompagnato dai formaggi. Per esempio, nella pasta con la scamorza dà quel qualcosa in più ad una ricetta essenzialmente molto semplice.

radicchio-tardivo-venetoIl secondo, conosciuto anche con l’appellativo “Re dei radicchi”, è la versione elegante e raffinata. Il modo migliore per assaporare il suo gusto amarognolo è sicuramente in insalata, altrimenti è ideale da abbinare alla frutta secca per sughi di condimento, come le nocciole o le noci, la cui consistenza oleosa ben si sposa con quella pungente del radicchio.

Per quanto riguarda i valori nutrizionali, ha un apporto calorico molto basso, i glucidi sono prevalentemente costituiti dal fruttosio, gli acidi grassi tendono a essere in gran parte insaturi e le proteine a basso valore biologico. Il radicchio di Treviso infine ha un’ottima concentrazione di vitamina C, e di retinolo equivalenti (RAE), in particolare di beta carotene. Notevoli gli apporti medi di potassio e magnesio.

Radicchio rosso di Chioggia

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Si tratta della varietà più conosciuta e più acquistata, in quanto si trova durante tutto l’anno nel banco frigo dei supermercati. Ottimo da gustare in insalata, magari abbinato a formaggi dal sapore intenso, come il gorgonzola o il taleggio, che ne mitigano il sapore amaro.

Cotto, oltre ad essere un toccasana per la stitichezza, il radicchio di Chioggia si presta moltissimo alle ricette in forno – involtini, scaloppine e arrosti. Inoltre viene utilizzato anche nella preparazione di un’ampia varietà di salse – ad esempio la besciamella aromatizzata al radicchio di Chioggia.

A livello di proprietà nutrizionali, questa varietà di radicchio contiene quantità rilevanti sia di vitamina A, sia di vitamina C; pertanto viene inserito in ambedue gli ultimi gruppi fondamentali degli alimenti – VI e VII. Il radicchio di Chioggia contiene anche molta acqua, fibre alimentari, minerali (soprattutto potassio e magnesio).

Radicchio variegato di Castelfranco

radicchio-variegato-veneto-castelfrancoCome intuibile dal nome, questa varietà è originaria della zona di Castelfranco Veneto, ma oggi viene prodotto in un’area molto più vasta, che include Treviso, Padova e Venezia. Quando maturo, il Radicchio Variegato di Castelfranco IGP presenta cespi a forma di “rosa”. Le foglie sono spesse e con bordo frastagliato, di color bianco-crema con piccole venature che vanno dal viola chiaro al rosso-violaceo e al rosso vivo. Il sapore va dal dolce al gradevolmente amarognolo, molto delicato.

Esattamente come le altre varietà, può essere consumato sia cotto che crudo, ma la sua particolarità è che viene utilizzato anche per realizzare gustosi dessert tipo lo “sformato di radicchio al domino”, con ricotta, crema pasticcera e cioccolato. Questa varietà presenta valori e proprietà nutrizionali molto simili a quelle precedentemente descritte, ciò che però lo distingue sono le alte concentrazioni di calcio e ferro.

Radicchio Rosa

radicchio-rosa-veronaQuesta particolare tipologia di radicchio è l’esemplare più raro e pregiato: la “Rosa del Veneto” è, a differenza del radicchio tradizionale, disponibile solo in un periodo molto limitato di tempo ovvero dalla metà/fine inverno all’inizio della primavera. Indubbiamente, può trovare applicazione nell’alta cucina, in quanto, grazie al colore unico ed alla forma che assomiglia al bocciolo di un fiore, è un interessante elemento di guarnizione ed abbellimento dei piatti.

Il radicchio rosa, nonostante si differenzi dalle altre tipologie per forma e colore, presenta caratteristiche nutrizionali molto simili a quelle degli altri radicchi.

Radicchio di Gorizia

radicchio-rosa-GoriziaL’ultima varietà che andiamo a descrivere è l’unica, tra quelle proposte, a provenire da una regione differente, il Friuli-Venezia-Giulia. Chiamato “Rosa di Gorizia” per la sua peculiare forma floreale, dà il meglio di sé quando viene utilizzata per esaltare e arricchire le ricette tipiche del Friuli-Venezia Giulia. Cotta e cruda, dentro la farcitura dei ravioli o come essenza di amari e grappe non fa differenza, anche grazie alla sua duttilità è possibile trovarla nei menu di alcuni dei ristoranti più rinomati a livello mondiale.

A livello di proprietà nutrizionali la Rosa di Gorizia è ricca di sali minerali (ferro e calcio), vitamine (B, C, K e P), e polifenoli antociani, ottimi per preservare il sistema cardiovascolare.

Come conservare il radicchio

Il radicchio può essere conservato principalmente in due modi: congelato e sott’olio. Per quanto riguarda la prima modalità, è sconsigliato congelarlo crudo, perché se ne perderebbe il sapore. La conservazione in freezer avviene perciò previa cottura. Se avete già in mente la futura preparazione, il procedimento è molto semplice: seguite la vostra ricetta, fino a circa 3/4 della cottura. A questo punto, una volta raffreddato, congelate.

radicchio-sottolio-conservareLa seconda modalità, quella sott’olio, viene utilizzata specialmente per la variante tardiva del radicchio trevigiano. Per farlo avrete bisogno di 1 litro di acqua, 1 litro di aceto di mele, 100 g di zucchero, 30 g di sale, aromi e olio extra-vergine di oliva q.b. Dopo aver messo tutti gli ingredienti in una pentola e aver fare sbollentare il radicchio per un paio di minuti, bisogna tagliare e asciugare le foglie, metterle in un barattolo di vetro e riempirlo di olio extra-vergine di oliva a filo.

Radicchio Veneto, come cucinarlo: idee e ricette

Il radicchio è un alimento molto versatile e può essere utilizzato per preparare un’infinità di ricette, dagli antipasti fino ai dolci. La ricetta che tutti conosciamo e che tutti abbiamo assaggiato almeno una volta è quella del Risotto al radicchio, che può essere accompagnato da pancetta, salsiccia o formaggi come il gorgonzola. Oggi, oltre a questa classica ricetta, ve ne vogliamo proporre una un po’ più particolare, ovvero le Crespelle speck, radicchio e fontina.

Risotto al radicchio rosso

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Si tratta di una ricetta vegetariana che ripropone tutto il gusto e il colore dell’autunno/inverno e che si può cominciare a gustare da subito con il radicchio rosso precoce. Un sapore intenso per un risotto adatto a qualsiasi tipo di occasione, dalla cena con gli amici al pranzo domenicale in famiglia. È una ricetta molto facile (40 minuti totali, tra preparazione e cottura) e necessita dei seguenti ingredienti (per 4 persone):

Crespelle speck, radicchio e fontina

crespelle-radicchio-fontinaSi tratta di semplici crepes salate, farcite di speck, radicchio (prevalentemente quello trevigiano) e fontina. Per fare una decina di queste deliziose crespelle avrete bisogno dei seguenti ingredienti.

Per le crepes:

Per il ripieno:

Per guarnire:

  • 40 grammi di burro
  • 100 grammi di fontina

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Zucca Delica di Mantova: curiosità e ricette

La zucca Delica è una delle verdure più amate dagli italiani e non solo! All’estero è molto apprezzata, infatti, l’Italia è uno dei paesi che esporta di più questa varietà di zucche al mondo. Vediamo quindi insieme alcune curiosità e qualche ricetta che ha come protagonista questa fantastica zucca

Origini

La zucca Delica è nata da un incrocio di zucche giapponesi, esportata poi in Italia ha trovato il luogo perfetto dove poter essere coltivata: la Lombardia e alcune zone del Veneto.

Nella storia la zucca è sempre stata molto apprezzata dagli italiani dall’antipasto al dolce, già ai tempi dei Romani.

Caratteristiche e forma del frutto

La zucca Delica è una zucca abbastanza piccola rispetto alle altre zucche: può essere minimo 800g-1kg e al massimo 2kg-2,5kg: Ha una forma tondeggiante e appiattita, come se fosse schiacciata. Essa ha una buccia verde scuro, con pochi solchi. Ha una polpa di color giallo dorato, tendente all’arancione ed è soda e compatta ed ha un sapore molto dolce.

La Delica viene anchecoltivata in altre zone d’Italia, ma la più apprezzata rimane quella di Mantova o delle zone del Veneto: essa, a differenza delle altre, rimane più compatta e meno filosa, quindi la più adatta ad ottenere creme e mousse di particolare consistenza ed eleganza, ma soprattutto con un gusto molto più castagnoso e poco acquoso.

Proprietà e valori

La zucca Delica è un alimento amico delle diete povere di calorie, adatta persino ai diabetici per la scarsità in termini glucidici: ciò è dovuto all’ingente quantità d’acqua presente in essa; sono presenti anche in più piccola parte carboidrati e proteine: i grassi sono praticamente assenti. Infatti essa è un alimento ricco di caroteni avendo così proprietà antiossidanti e anti infiammatorie.

Essendo arancione, è intuibile come la zucca sia miniera di caroteni e pro-vitamina A: inoltre è ricca di minerali, tra cui fosforo, ferro, magnesio, potassio, selenio, rame, zinco e manganese; buono anche il quantitativo di vitamina C e di vitamine del gruppo B. Infine la zucca gode di proprietà diuretiche, lassative e digestive.

Ricette

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Minestrone di zucca Delica, cavolo cappuccio e fagioli Borlotti

un piatto leggero, gustoso e autunnale: la zucca delica in questo piatto così povero, risulta fondamentale perché dà quel sapore dolce e castagnoso, che fa venire voglia a tutti di mangiare un po’ di minestra.

Ingredienti per 4 persone

Pulisci e taglia a spicchi la zucca, levando i semi e la buccia, dopodiché tagliala a dadini e mettila da parte. Lava il cavolo cappuccio e taglialo in modo tale da ottenere tante piccole strisce e metti da parte, dopodiché fai la stessa cosa anche con i pomodori. Sbuccia i borlotti, in modo tale da avere solamente i fagioli, dopodiché sciacquali e mettili da parte. Infine lava e pela le patate, dopodiché tagliale a dadini, proprio come la zucca.

Prendi una pentola, preferibilmente a pressione, altrimenti va bene anche una normale pentola, dopodiché metti un goccio d’olio e quando è bello caldo metti la cipolla e il sedano tagliate a dadini, in modo tale da preparare un piccolo soffritto. Quando sono dorati, cala subito tutte le verdure: zucca, cavolo, borlotti, patate e pomodori, sale q.b. e insieme anche 1 litro d’acqua.

Per chi ha una normale pentola: metti un coperchio e lascia andare a fuoco medio-basso per 40 minuti. Quando vedi che la verdura è ben cotta, puoi impiattare e servire aggiungendo una spolverata di pepe e di formaggio parmigiano.

Per chi ha una pentola a pressione: chiudi la pentola a pressione, accendi il fuoco, quando la pentola va in pressione, abbassi il fuoco al minimo e lasci cuocere per 20 minuti. Dopo aver tirato su la valvola e lasciato sfiatare, impiatta aggiungendo pepe q.b. e del parmigiano, se è gradito.

Zucca delica al forno

Zucca Delica al forno

La zucca Delica al forno è uno dei contorni autunnali più amati in assoluto: saporito e soprattutto una ricetta veloce e facile, che prenderà solo una decina di minuti di preparazione. Morbida, delicata e ottima da abbinare a qualsiasi cosa: un secondo di carne, di pesce, con formaggi e verdure di vario genere.

“E se avanza?”. Se avanza, è un’ottima base per tanti piatti come la classica vellutata, risotto e pasta oppure torte salate!

Ingredienti per 4 persone

Pulisci e taglia la zucca a fettine (o a cubotti se preferisci), dopodiché leva la buccia. Noi consigliamo di levare la buccia dopo perché sbucciare la zucca ancora prima di tagliarla, potrebbe essere un po’ impegnativo e potresti non riuscire a sbucciarla bene.

Prendi una teglia e mettici un foglio di carta da forno. Disponi sulla teglia la zucca tagliata e aggiungi un filo d’olio, sale, pepe e rosmarino. Mette in forno preriscaldato a 130º per 30 minuti circa.